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martedì 18 aprile 2017

L'intelligenza artificiale è collaborativa più di noi

L'intelligenza artificiale è votata ad una sua logica, quella dell'efficienza. Non agisce in base all'emozione, all'intuizione o alle norme sociali. E secondo uno studio è in grado di imparare a fare squadra meglio degli esseri umani. La ricerca è stata depositata su Arvix, la banca dati online su cui si trovano le bozze degli articoli scientifici prima della pubblicazione su testate accreditate. Ma la notizia è stata riportata anche dalla rivista Science. Obiettivo della ricerca è quello di produrre un nuovo tipo di algoritmo in grado di collaborare con essere umani e macchine a livelli che competono con quelli animali, in giochi il cui obiettivo è raggiungere il miglior risultato possibile per tutti i partecipanti. Lo studio è stato condotto su 3 team: uomo-macchina, macchina-macchina, uomo-uomo. "Il focus della nostra ricerca era sviluppare un'intelligenza artificiale che sapesse cooperare con le persone, così come fanno le persone tra loro", riporta Jacob Crandall, autore delle analisi. "Scoprire che collaborano meglio di noi è stato un curioso risultato addizionale". I ricercatori hanno testato 25differenti algoritmi di apprendimento automatico, che venivano incoraggiati ogni volta che compivano una mossa collaborativa. I gruppi si sono sfidati utilizzando versioni computerizzate di 3 giochi. In uno 2 automobili sfrecciano una contro l'altra e devono cambiare rotta all'ultimo secondo per evitare di scontrarsi. Un altro è il dilemma del prigioniero: i giocatori ricevono una sentenza di condanna a un anno se entrambi rimangono leali e negano di aver commesso il crimine, mentre se uno dei due tradisce l'altro, guadagna la libertà, destinando il rivale a 3 anni in prigione. Se i due, invece, si ingannano a vicenda, scontano due anni a testa. Infine la 3° sfida, detta Alternator, che prevede una strategia collaborativa. Quando i giocatori non hanno avuto la possibilità di mandarsi dei messaggi tra di loro, sia il team uomo-uomo che quello uomo-macchina hanno collaborato il 30% delle volte, quello macchina-macchina il 60%. Poi gli studiosi hanno dato ai partecipanti la possibilità di comunicare tra loro, quindi la loro collaborazione è raddoppiata allo stesso modo per il team uomo-uomo e uomo-macchina arrivando al 60%. Molto meglio ha fatto la cooperazione nel gruppo macchina-macchina che è arrivata al 90%. E aggiunge Crandall:" Non solo, una volta che la collaborazione è stata stabilita, il nostro algoritmo tendeva a continuare a collaborare. Mentre circa la metà delle persone ha tradito almeno una volta. In questo senso, l' intelligenza artificiale ha imparato a essere più leale dell' essere umano". Non è la prima volta che un cervello artificiale si dimostra capace di fare squadra così come di essere all' occorrenza anche tanto competitivo. È il caso di Deep Mind della Google, che ha sviluppato un' intelligenza artificiale capace di sfoderare le "armi" quando la sua vittoria al gioco poteva essere a rischio. In effetti il fatto che abbiano imparato a collaborare meglio di noi non è poi così sorprendente in quanto, vengono programmati con l' obiettivo specifico di avere, come in questo caso, comportamenti collaborativi. Gli umani sono invece infinitamente più complessi. Nell' interazione sociale hanno molti più obiettivi, difficilmente sono neutrali rispetto ai membri del team con cui dovrebbero collaborare. E, infine, percepiscono molti più segnali e sfumature, oltre a quelli verbali, come l' espressione di chi sta di fronte o il tono della voce. È vero, l'uomo è molto più fine e complesso, ma per una volta, come in questo caso le macchine si sono mostrate migliori di noi; esse non si lasciano accecare da sentimenti di rivalsa o competizione, ma collaborano, cooperano insieme per raggiungere al meglio un obiettivo.

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