Avete presente una persona pigra? Quella che non ha voglia di fare niente, a cui una cosa la dovete chiedere venti volte, e poi se la fa, la fare pure male o controvoglia? Quel tipo di persona che lascia agli altri il compito di decidere, di sforzarsi di agire.
Il pigro è quel tipo di persona a cui, gli stimoli esterni, le necessità, i doveri e le urgenze sembrano scivolargli addosso. Beh...Rassegnatevi, perché la pigrizia oltre ad essere irritante ( per chi ne ha a che fare dall' esterno) è anche contagiosa! A dirlo è un recente studio francese pubblicato sulla rivista " Plos Computation Biology" dai ricercatori dell' Istituto Nazionale della Sanità e della Ricerca Medica ( Iserm) della Francia.
Le persone tendono inconsciamente ad imitare il comportamento altrui, e oltre ad essere contagiose la prudenza e l' impazienza, lo è anche la pigrizia. Combinando psicologia cognitiva e modelli matematici, Jean Daunizeau e Marie Devaine hanno esplorato le leggi che guidano la nostra capacità di valutare rischio, ritardo e fatica. Nell' esperimento, i ricercatori hanno sottoposto 56 volontari ad alcune situazioni,esaminandone inizialmente il comportamento in assenza di interferenze. Nella II fase, prima di rispondere, le persone osservavano la condotta di un partecipante fittizio, l' algoritmo di un' intelligenza artificiale, nelle cui decisioni prudenza, pazienza e pigrizia erano calibrate in modo avvedute. I risultati hanno messo in evidenza che a causa della pigrizia, per non far fatica, le prestazioni dei partecipanti erano soggetti a due distinti pregiudizi, di cui i partecipanti erano all' oscuro.
L' effetto del falso consenso, è la tendenza a proiettare sugli altri il proprio modo di pensare. Un pregiudizio comunemente presenti in un ambiente di gruppo nel quale si pensa che l' opinione collettiva coincida con quella di una popolazione più vasta. Il secondo fattore coinvolto è l' influenza sociale che si manifesta quando un individuo, trovandosi in situazioni incerte, assume il comportamento degli altri come fonte di informazioni e si adegua a tale comportamento. Le simulazioni matematiche dell' esperimento, hanno dimostrato che entrambi i pregiudizi sono componenti di un meccanismo che ci permette di studiare ed imparare dal comportamento degli altri. Una vera e propria anomalia secondo la quale l' allineamento di comportamento sarebbe un automatismo innescato dal bisogno di sperimentare emozioni di conformità sociale.
Riallacciandosi anche a studi precedenti, Alberto Olivari, professore di Psicobiologia all' Università La Sapienza di Roma dice:" Sono numerose le ricerche di psicologia sociale che si riallacciano alla Teoria della morte: capacità cognitive innate che in qualche modo falsano la nostra visione del mondo". Questi pregiudizi sono importanti nello sviluppo:" Si pensi all' influenza sociale, o un elemento di sicurezza nel contesto evolutivo, tuttavia, se esasperati, falsano la nostra visione del mondo perché non tengono conto della naturale variabilità umana". In effetti, è pure triste pensare, che per " pigrizia" le persone pensino di aver già visto tutto, e diano tutto per scontato.
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