Pubblicità

venerdì 5 maggio 2017

"Il turismo della pace" della Colombia

La Colombia appena pacificata dopo una guerra tra Governo e guerriglieri delle Farc durata 52 anni è pronta a ripartire grazie al turismo. Non solo da quel " Realismo magico", descritto da Gabriel Garcia Marquez, fatto di varietà di paesaggi umani e naturali, dalle cime andine alle spiagge tropicali passando per i deserti di cactus e le foreste amazzoniche; ora la Colombia punta tutto sul Choco'. E da questo dipartimento, il più povero, ma anche tra le aree più incontaminate e con maggior biodiversità che riparte il nuovo turismo. Durante il conflitto le roccaforti ribelli sono state costrette all' isolamento, che, di contrappasso, ha preservato intatti veri e propri gioielli. Afferma Jean Bessud presidente di Aviatur:" In Colombia abbiamo quasi un milione di ettari vergini grazie al conflitto". Da queste remote località fiorisce il " turismo della pace". Quindi, dimenticate le orde di turisti di Cartagena o le affollate spiagge dell' isola San Andreas, la Ue ha scelto per investire 3,2 milioni di euro in progetti di ecoturismo, pesca artigianale e agricoltura sostenibile, in questa zona. Il Choco' si trova nel Nord del Paese ed è abitato principalmente da afro-colombiani e popolazioni indigene. Per arrivare nel Nord del dipartimento si raggiunge Bahia Solano con un volo charter. Sulla costa pacifica, a 40 minuti di barca si trova Playa la Aguada, porta d' ingresso del Parco Nazionale Valle di Utria. Un' area di 54 mila ettari dove, da Luglio a Ottobre, si può assistere allo spettacolo delle balene che partoriscono vicino alla costa. Qui la biodiversità è tra le più floride del pianeta: si possono osservare circa 100 specie di pesci e 270 di uccelli e tartarughe. Incastonato tra l' oceano e una foresta di mangrovie c'è il complesso " Mano Ciabada", la sua responsabile avverte: " Chi si avventura in un posto remoto come questo, deve essere trattato come un re. Sappiamo che i turisti cercano esperienze diverse e noi siamo qui per offrirla". E per chi vuole scoprire perle ancor più rare si deve addentrare nella giungla. Via fiume, in mezz' ora si raggiunge il villaggio indigeno Kiphorare abitato dalla popolazione di etnia Embera la cui peculiarità è quella di avere tutti il corpo dipinto. Qui, in 80 mila ettari vivono 380 persone. I turisti che si avventurano fin qui possono dormire (24 posti letto) e partecipare con gli indigeni ad attività di medicina o pesca artigianale. Inoltre gli amanti della natura incontaminata, il turismo della pace è un' ottima occasione per ripercorrere anche visivamente, ambienti, storie e personaggi del romanzo "Cent' anni di solitudine" di uno dei più illustri cittadini colombiani.

Nessun commento:

Posta un commento