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lunedì 23 ottobre 2017

Oche alla riscossa!

Un progetto tutto italiano. Per la prima volta si è sperimentato oche in vigna e polli tra gli ulivi: è il momento dell'agroforesty.

Oche alla riscossa, ma non solo...anche galline ed anatre. Dunque si sta riscoprendo l'interesse e l'importanza dei nostri amici animali bipedi.  È tutto nostrano il progetto One Goose Revolution coordinato dall'Università di Perugia dove si sperimenta la coabitazione tra piante ed animali.

 I luoghi eletti sono soprattutto vigne e uliveti, pascoli ideali per animali da cortile come oche,anatre e polli. Queste specie allevate allo stato brado hanno l'oneroso compito di salvaguardare le uve per grandi vini bianchi e rossi da invecchiamento.

L'idea sperimentata inizialmente sulle colline dell'Umbria dall'Università di Perugia, è stata presentata nei primi giorni di Ottobre durante la convention Fa' la cosa giusta!. L'appuntamento fisso con il consumo consapevole che si tiene da quattro anni nel capoluogo umbro.

Cesare Castellini, coordinatore del progetto e docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell'Università di Perugia, ammette: "In realtà abbiamo solo recuperato una millenaria pratica contadina. A oche e anatre sono riservate le vigne mentre polli e tacchini prediligono i terreni aridi dell'uliveto. In entrambi i casi i benefici per le piante e animali sono reciproci. Le carni di oche e anatre allevate in vigna, per esempio, hanno una qualità di grassi decisamente superiore perché contengono quantità significative di sostanze antiossidanti come gli Omega3. Grazie all'azione "pascolatrice" degli animali, al contrario, le vigne sono libere da piante infestanti, parassiti e vengono concimate in forma del tutto naturale e con un notevole risparmio economico".

In loco, tra i primi ad appoggiare il progetto sono stati quelli della cantina Di Filippo. A guardia dei loro quattro ettari di vigna, c'è oggi un allevamento di 400 esemplari di oche, che l'hanno reso una punta per la produzione biologica di qualità.

Lo stesso Roberto di Filippo commenta: "La quantità di oche che può essere ellevato in un ettaro senza che siano troppi danni è circa 100 individui. Per otto mesi all'anno gli animali passono in media 8 ore un vigna per poi ritornare, quasi sempre da sole, nei recinti". Nei quattro loro ettari di vigne, oltre le oche che fanno pulizia tra i filari ci sono anche 14 cavalli da lavoro utilizzati durante la vendemmia e durante i lavori di manutenzione della vigna.

Un ritorno al passato? Forse, ma è un'ottima soluzione se si considera che l'abolizione dei mezzi meccanici riduce lo stress sul terreno, permette alle radici dell'uva di respirare meglio e azzera l'uso dei combustibili fossili.

Ha dato ottimi risultati anche "l'impiego" di allevamenti di polli e tacchini negli uliveti. Poiché essendo animali insettivori, svolgono anche una funzione di pulizia dei parassiti che attaccano le piante.

Il progetto agroforesty umbro sarà presentato poi a Novembre anche in una lezione magistrale alla prestigiosa UPem, l'Università della Pennsylvania a Lancaster, negli Stati Uniti.

Un vecchio adagio popolare, più o meno recita che: "Una donna e una papera possono rivoltare un regno". Immaginate quindi che rivoluzione possono fare un esercito di oche.

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