...E poi arriva "quello che passa il convento". Merito del progetto dei "Coltivatori di emozioni" che propongono un'agricoltura sociale.
Se siete appassionati di giardinaggio o agricoltura, ma vivete in città o semplicemente non avete un appezzamento di terreno di vostra proprietà, non preoccupatevi. Arriva ora la piattaforma digitale farming italiana, fondata da Paolo Galluso nel 2016, che ha lo scopo di avvicinare il consumatore alla natura e alle attività agricole rendendolo partecipe del ciclo biologico e dandogli la possibilità di gustare un prodotto sano e genuino ottenuto attraverso coltivazioni che non utilizzano prodotti chimici dannosi.
Inoltre, permette di coltivare e ricevere a distanza i prodotti tipici della nostra terra, sostenendo il territorio, l'ambiente e le tradizioni del nostro Paese.
La piattaforma s'intitola "Coltivatori di emozioni" e ha ideato il progetto Quel che passa il convento dove il convento in questione è quello di San Pietro Celestino V a Ripolimasani (CB) per sviluppare percorsi di agricoltura sociale valorizzando le risorse del territorio e favorendo l'integrazione socio-lavorativa delle fasce più deboli di popolazione.
Con questo progetto si faranno percorsi formativi diversi, in particolare nell'ambito dell'orticoltura e nella coltivazione di canapa; favorirà l'inserimento lavorativo di migranti e richiedenti asilo; offrirà percorsi terapeutici a contatto con la natura a persone in condizioni di originalità sociale, organizzerà un "orto didattico" per iniziative rivolte ai ragazzi che frequentano il ciclo scolastico primario e secondario di primo grado. Infine incentiverà l'uso produttivo di terre incolte e abbandonate.
Non a caso l'ideatore dell'ambizioso progetto è Paolo Galluso, responsabile Centro Studi Federazione ANIMA e docente di Microeconomia e promuove la nascita di un nuovo ciclo di produzione responsabile in grado di dare vita a prodotti genuini, proteggere le tradizioni e la natura, sostenere le microeconomie locali, creando opportunità di lavoro per i giovani, disoccupati e emarginati.
Tutto è spiegato nel sito www.coltivatori diemozioni.com, dove si può anche "adottare la natura", un coltivato a scelta tra ulivi, filari per il vino, arnie e frumento. Così anche chi vive in città può divenire "proprietario" di una coltivazione, seguirne l'andamento vegetativo stagionale e infine ricevere a casa e gustare ciò che la terra produce.
Sono quattro le tipologie di adozione e azionano un contatore visibile direttamente sul sito: mille unità adottate equivalgono a un nuovo posto di lavoro. Si va dall'adozione semplice, alla modalità "adotta e assapora" che permette di ricevere anche un assaggio del prodotto. Oppure c'è "adotta e cresci" dove è possibile seguire il ciclo produttivo e ricevere direttamente a casa i prodotti (vino, olio, miele). Infine, "adotta e vivi un'emozione" che offre la possibilità di trascorrere una giornata a contatto con la natura nell'azienda agricola che ha in cura i coltivi adottati.
Dopo ogni transazione il sistema rilascia il Certificato di Adozione, un atto simbolico che suggella il patto con la natura.
L'iniziativa è patrocinata da: Regione Puglia, Comune di Novoli, GAL Valle della Cupe, Fondazione Emmanuel (Centro Temporanea Permanenza richiedenti Protezione Internazionale), Stato Generali dell'Innovazione, Comunità Mantea Oltrepò Pavese e GAL Etna Sud.
Fino a qualche anno fa c'era la moda di Farmville la fattoria virtuale che appassionava migliaia di provetti agricoltori in tutto il mondo, senza però poter beneficiare dei frutti di tanto lavori...molto meglio questo tipo di agricoltura dove il lavoro lo si crea (anche per gli altri) ed i frutti e buoni, sì che ci sono.
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