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sabato 11 novembre 2017

Lascia all'amica 350 mila euro, ma dovrà occuparsi della gatta

Bologna. Una signora davvero affezionata al proprio animaletto domestico, le "fa" testamento. Ad una amica vanno 350 mila euro ed una casa di lusso purché si prenda cura della sua gatta. I familiari vanno in Tribunale per osteggiare la decisione ma perdono.

Alla fidata amica che ha ereditato una casa super lusso, un cospicuo gruzzoletto ed una gatta, non spetta altro che augurarsi che il felino viva il più a lungo possibile. Perché quella gatta rappresenta proprio la cornucopia della fortuna per un'anziana signora che ha beneficiato di una lodevole eredità: 350 mila euro, più un appartamento in pieno centro a Bologna in comodato d'uso gratuito, proprio con il compito di accudire la gatta della proprietaria dell'immobile.

La vicenda è riportata nella sentenza del Tribunale Civile del capoluogo emiliano che ha dovuto dirimere una controversia tra gli eredi naturali della donna deceduta e la beneficiaria del testamento. In via Farini, pieno centro storico di Bologna, a pochi passi da Piazza Maggiore, c'è un immobile di lusso nel quale fino al Giugno del 2013 vivevano la proprietaria dell'appartamento, una sua amica e la gatta della prima. Due signore di una certa età, entrambe vedove, che si facevano compagnia e con le quali conviveva anche l'adorato felino domestico. Nel 2013 la padrona muore lasciando una sorpresa agli eredi.

All'apertura del testamento il notaio legge ai congiunti gli ultimi desideri della defunta: "Desidero, inoltre, che la signora M. rimanga di diritto, per tutta la vita nell'abitazione di via Farini, Bologna, I e II piano, che già condivideva con me a titolo di comodato gratuito. Per le spese condominiali, di manutenzione, utenze e il mantenimento della mia gatta (se mi sopravvive) desidero sia fissato un deposito di 350 mila euro, a questo scopo, presso la Banca Popolare di Milano, a disposizione della signora M. Alla quale chiedo di predisporre una persona che, in caso di sua morte, le succeda nei diritti e doveri di comodato fino alla morte di suddetta gatta".
Con grande stupore, gli eredi hanno dovuto prendere atto delle volontà della loro parente defunta. Sebbene solo pochi mesi dopo, una cugina dell'anziana ha fatto invece ricorso al Tribunale Civile, chiedendo al giudice del Tribunale di Bologna (che ironia della sorte è di fronte all'appartamento) di mettere mano a quella che le sembrava un'ingiustizia. L'erede con tanto di certificato di famiglia, che ne attesta il grado di parentela, ha chiesto alla giustizia il sequestro dei 350 mila euro e la consegna del denaro che ritiene le spetti.

Di tutt'altra opinione è la giudice Matilde Betti che, codice alla mano, ha ritenuto non sufficienti le ragioni della cugina e l'ha condannata persino a pagare le spese di lite, circa 6 mila euro.

Eppure quest'avida  parente che ha provato a mettersi contro il fortunato felino e le buone intenzioni della signora M., avrebbe dovuto sapere che i gatti ne sanno sempre una più del diavolo, e hai voglia ad aspettare che terminino le nove vite a disposizione.

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