A Roma c'è un'adorabile nonnina che lavora l'uncinetto in strada. Non lo fa per soldi, ma per avere un po' di compagnia.
L'estate se da un lato è la stagione del divertimento, delle grandi rimpatriate e delle serate in compagnia, dall'altro è anche la stagione che più di tutte fa scoprire la solitudine. Quelle delle persone che vengono abbondantemente, dimenticate, quasi come se fossero un impedimento o non potessero entrare nei ritmi lievi della bella stagione. Sono spesso anziani. Ed è anziana anche la protagonista di questa storia diventata virale sui social.
A Roma, è ormai leggendaria la signora, 98enne, che vende presine fatte all'uncinetto accanto ad una fermata della metro, nei pressi della fermata Lepanto, vicino alla città giudiziaria di Piazzale Clodio. La cosa ancor più sconvolgente che la nonnina, non lo fa per ricavarne denaro, ma per combattere la solitudine.
La scena della signora che ricama in mezzo alla strada, ha incuriosito dapprima i passanti e i residenti del quartiere Prati, poi da lì, dopo che qualcuno l'ha immortalata in un video, la storia è diventata virale. Da lì, è partita una gara di solidarietà all'insegna dell'aiutiamo la signora dell'uncinetto.
Così, in tantissimi sono accorsi a comprare le presine un oggetto ormai quasi fuori mercato vintage, pensando di aiutare un'anziana indigente, ma hanno scoperto che la nonnina non aveva bisogno di soldi, ma di "compagnia e relazioni umane". Un bene ancor più prezioso del denaro, e sempre più raro, soprattutto in una città frenetica e indifferente, gran parte svuotata per le vacanze.
Altro dato curioso, e quello che alcune persone hanno fatto pure una foto di un'anziana seduta a terra, con intorno persone con volto coperto e qualcuno ha divulgato che si trattasse di quattro rappresentanti delle Forze dell'Ordine che avrebbero multato la signora.
Invece, il comando di Polizia Locale di Roma Capitale, fa sapere che i "soggetti ritratti non risultano appartenere a questa situazione e pertanto nessuna sanzione amministrativa è stata avviata nei confronti della persona".
Storia inconsueta che fa riflettere. Ma è possibile che siamo diventati così sordi ai bisogni di relazione, di umanità delle persone, soprattutto anziane?
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