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mercoledì 5 settembre 2018

"Tassa sulla sposa"

Ad Origo, vicino Mestre, un sacerdote tassa le spose troppo scollate. "L'abito del matrimonio deve testimoniare semplicità e buongusto".

Se ormai c'eravamo assuefatti a matrimoni social e spose che arrivano all'altare in abiti sempre più succinti, manco se si trovassero su un red carpet e il marito ancora lo dovessero trovare. Un prete veneto ha imposto l'alt a tutti questi teatrini.

Don Cristiano Bobbo, sacerdote di Origo vicino Mestre, lancia una provocazione, quella di una "tassa sulla sposa". Praticamente, nel notiziario "La Voce della Riviera" della comunità parrocchiale Oriago Ca' Sabbioni, il prete spiega: "Potremmo istituire una sorta di offerta da riscuotere in proporzione alla decenza dell'abito della sposa che molto spesso si presenta sguaiato e volgare, inadatto alla circostanza. Così chi più si presenta svestita più paga. Poiché, sarebbe importante che le spose facessero comprendere anche attraverso la semplicità e il buongusto del loro vestito la delicatezza, la poesia e la freschezza del momento che stanno vivendo". 

Francamente, penso che questo sacerdote abbia ragione. Il matrimonio è soprattutto un sacramento e deve essere gestito come tale. Nel senso che ognuna ha il diritto d'indossare l'abito da sposa che più le piace, ma sempre nei limiti del rispetto e della sobrietà che un luogo di culto merita. Poi, chiunque ha qualsiasi altro momento per vestirsi scollata quanto le pare.

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