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martedì 1 agosto 2017

1° Agosto 517

Come oggi, 1500 anni fa, fu fondata la Capitolare di Verona, la più antica biblioteca al mondo.

Il 1° Agosto 517 cominciò la storia della Biblioteca Capitolare di Verona e del Codice Ursicino, preziosissimo tomo di un centinaio di delicatissime pagine in pergamena che tra pochi giorni compirà 1500 anni. Potrebbe sembrare un nuovo capitolo de il "Nome della Rosa", in effetti da i volumi qui presenti, trasse spunto anche Umberto Eco, ma la data, un frate birichino che sbadatamente da poi una giusta informazione di verità storica e la Capitolare, continuano il loro concreto cammino di cultura e sapere.

Racconta Bruno Fasani, Prefetto della Biblioteca:"Il Codice prende il nome dall'amanuense che vi copio' la vita di San Paolo di Tebe e di San Martino di Tours, scritta da Sulpicio Severo nel IV secolo". Un libro straordinario, compilato con i primi caratteri semionciali e scene toccanti come il dialogo tra "San Martino e il Diavolo" sulla Misericordia del Padre verso il Figlio peccatore. Ma Ursicino, concluso il lavoro, non rispetto' le norme vigenti e lo dato'.

Scrivendo:" Questo codice fu terminato a Verona, il 1° Agosto quando era console Agapito, uomo assai illustre, durante la decima edizione, (propriamente il giorno 1° Agosto 517) per mano di Ursicino, lettore della chiesa veronese". Il Codice conosciuto in tutto il mondo e quindi preziosissimo, non solo per i contenuti che propone, ma perché attesta che in quel periodo, regnante re Teodorico, a Verona esisteva già da tempo, probabilmente dal secolo prima, se non dalla fine del IV secolo, uno Scriptorium, che produceva testi di vario genere.

Questo è il motivo per cui è legittimo affermare, come d'altronde è verità riconosciuta a livello universale, che la Biblioteca Capitolare di Verona è la più antica esistente al mondo. Operativa ancora prima di quella di Santa Caterina del Sinai (VI sec), di San Gallo e di Salisburgo (VII-VIII sec). Qui, nei secoli hanno studiato: Pipino, figlio di Carlo Magno, spedito dal padre che considerava Verona "la nuova Atene", e poi anche Dante Alighieri e Francesco Petrarca, quest'ultimo scoprì proprio in questi ambienti, l'amore per le epistole.

La Capitolare è immortale. È sopravvissuto al terremoto, alla peste, alle scorribande di Napoleone, all'alluvione del 1882 e alle bombe degli americani (questa volta, furono alcuni ufficiali tedeschi a salvarne qualche tomo). Oggi invece la Biblioteca Capitolare è conosciuta come "la regina delle collezioni ecclesiastiche", definizione affrancatela dal paleografo Elias Avery Lowe. Le sue sale custodiscono un tesoro immenso, costituito da oltre 1200 manoscritti; 245 incunaboli, 2500 cinquecentine, 2800 seicentine, e altri 70 mila volumi. Molti di essi sono stati addirittura digitalizzati per gli studiosi. Ma il vero trand è andare a vedere gli originali, anche da tutto il mondo, come hanno fatto i Presidenti della Repubblica Mattarella e Napolitano, Papa Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.

Per il compleanno del Codice Ursicino si terranno incontri e visite guidate con l'obiettivo di far diventare la Biblioteca un museo. A Settembre partirà una campagna di crowfunding e per fine anno si realizzerà una mostra dal titolo "Come si scriveva al Medioevo".

Sono solo 1500 anni che la Capitolare grazie anche al Codice Ursicino, continua a narrarci la storia e l'evoluzione dell'Italia, dell'Occidente e del Mondo.

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