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mercoledì 16 agosto 2017

50 anni senza Magritte

Mezzo secolo fa scomparve Magritte, il grande pittore belga.

C'è un linguaggio universale, che immediato arriva al cuore delle persone. È il linguaggio della chiarezza, della pulizia delle linee che indirizzano verso il lato giusto della della visione delle cose. Così è l'arte di René Magritte, pittore tra i più amati dal pubblico degli appassionati, soprattutto grazie alla sua capacità di trasmettere mediante il segno pulito e la suggestione della luce il lato arcano delle cose.

Questo straordinario artista si spense il 15 Agosto 1967 per un male incurabile che lo consumo' in brevissimo tempo. Lui è stato un maestro del surrealismo e ha saputo rispecchiare con ironia e spietata efficacia narrativa le inquietudini dell'uomo contemporaneo e della sua mente affollata di domande perennemente insolute. Magritte ha lasciato istantanee vivide del secolo scorso e per questo si conferma un'icona del '900, a cui per celebrare i 50 anni dalla dipartita, sono dedicate numerose iniziative in tutto il mondo.

In primis, in Belgio dove nacque, nel 1898 a Lessines. Qui 14enne dovette affrontare il tremendo shock per il suicidio della madre, buttatasi nel fiume Sambre, e secondo le indiscrezioni pervenute, la donna fu rinvenuta con la testa avvolta nella camicia da notte. Un'immagine tragica che ha profondamente colpito il giovane, tanto da riprodurlo più volte anche nella sua produzione pittorica adulta. Traumi visibili nelle opere: "L'histoire centrale", "Les amants", o "Le fantasticherie del passeggiatore solitario". René si dedicò quindi alla pittura, iscrivendosi nel 1916, all'Accademia delle Belle Arti di Bruxelles, dove s'era trasferito con la famiglia. Seguirono poi il matrimonio con Georgette Berger nel 1923 e il lavoro come grafico nel design di carta da parati.

I suoi esordi artistici erano centrati nel segno delle Avanguardie storiche, guardando sia al Cubismo che al Futurismo fino a quando non ci fu l'incontro fortunato con l'arte di Giorgio De Chirico, allora si segnò il suo passaggio al Surrealismo. 

All'apice della sua carriera quando già aveva all'attivo numerose esposizioni, dovette cercare rifugio in Francia per scappare dalle brutture della guerra. Cominciò una nuova fase espressiva che diede vita al nuovo stile detto alla Renoir o solare. Ma fino alla morte, avvenuta il 15 Agosto1967 a Bruxelles, poco dopo la comparsa di un improvviso cancro del pancreas la sua originalissima produzione fu costituita dall' "illusionismo onirico", grazie al quale oggetti comuni e brani di realtà si mescolano, e si armonizzano, in modo assurdo, surreale appunto.

Le tonalità sono fredde, ambigue come quelle del sogno, in grado di far scaturire dalla loro combinazione un vero e proprio cortocircuito visivo e, unite ad uno stile da illustratore, ribadiscono l'insanabile distanza, per l'artista, tra realtà e la sua rappresentazione pittorica.

Ci sono alcune persone che incentrano tutta la vita alla realizzazione di un sogno, poi ce ne sono altre, come il grande Magritte, che dalla realtà, ha dovuto tramutare in sogni alcuni episodi, per renderli più affrontabili e allontanarli dalla precaria fragilità dell'uomo.

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