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lunedì 16 ottobre 2017

Tanto caldo pochi tartufi

Il caldo eccessivo non fa crescere i tartufi. Così i prezzi salgono alle stelle.

Fra i tanti disagi che questa torrida estate si è portata dietro, rientrano anche quelli di non aver fatto crescere i tartufi. Ad Ottobre inoltrato, sarebbe dovuta cominciare la stagione, ma il re delle tavole scarseggia. Lo sanno bene alla più importante Fiera del settore che si tiene ad Alba, la sua capitale piemontese.

L'annata del tartufo 2024 non promette bene. Non se ne trovano e i prezzi sono molto alti. Alla Borsa del Tartufo Bianco d'Alba si parla di 3500 euro al chilo, con punte di 4500 euro per le pezzature più pregiate, ovvero i massimi degli anni negativi.

Eppure si aspettava l'autunno proprio per celebrare il re delle tavole nel modo migliore, dopo che era stata lanciata dall'Associazione Nazionale Città del Tartufo (in tutto 50 iscritti), la candidatura all'Unesco per il riconoscimento della Cultura del Tartufo come patrimonio immateriale dell'umanità. Invece, la direttrice del gruppo, Brancadoro, a malincuore dichiara: "Si profila una delle peggiori stagioni degli ultimi anni, a causa dell'estate siccitosa che non ne ha favorito la crescita e l'insolito caldo che ancora caratterizza il mese di Ottobre".

Mentre Liliana Allena, Presidente della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba, la più prestigiosa piazza del mercato internazionale, aggiunge: "Però quelli che abbiamo sono asciutti, sani e profumati. Nei nostri territori l'autunno un po' si sente, la mattina presto e la sera è fresco e umido, e questa è già una consolazione in attesa delle piogge. Intanto la Fiera d'Alba archivia il primo weekend della manifestazione con il solito bilancio record: più di diecimila ingressi, e un interesse crescente verso tutto ciò c'è dietro il piatto e un buon bicchiere di vino".

Inoltre, se al Nord, dove qualche pioggia comunque s'è vista tra fine Settembre e i primi di Ottobre, il tartufo si fa desiderare, al Centro e Sud Italia, la situazione è ancor più preoccupante. Lo rivela sempre la Brancadoro che sta girando l'Italia nei vari territori del tartufo per aggiornare il dossier di una candidatura che riguardando un bene immateriale, come la storia e la cultura legata al tartufo, deve essere sempre "rinfrescato" per dimostare la sua vitalità presso i validatori dell'Unesco.

Per il momento, non resta che attendere la pioggia, attesa per Novembre. Intanto, i prezzi continuano a crescere e già si prevedono quotazioni altissime intorno al periodo natalizio.

Il tartufo è sempre stato considerato il più pregiato e costoso ingrediente delle tavole, vero e proprio oro nero, soprattutto per i grandi estimatori che non ci rinunceranno nemmeno se poi dovesse costare quanto un diamante.

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