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lunedì 7 maggio 2018

Idraulico sequestrato per ore da un'anziana

A Chieri, in Piemonte, una 75enne ha tenuto sequestrato per ore l'idraulico che non le aveva fatto la ricevuta. La donna dichiara: "Volevo quello che mi spettava".

Questa è la buffa vicenda inscenata dalla signora Pina Conratto, 75 enne piemontese, ex parrucchiera che si è eretta a paladina della giustizia ed ha rinchiuso in casa, letteralmente a chiave, l'idraulico che si era rifiutato di farle la ricevuta fiscale.

E se questo sembra una risposta troppo veemente ad una richiesta di giustizia, si pensi che la signora da presunta giustiziera rischia di essere multata. Poiché la cliente insoddisfatta è stata a sua volta denunciata dai Carabinieri, chiamati dalla sorella  dell'idraulico, per sequestro di persona e esercizio arbitrario delle proprie ragioni.  

Così mentre la donna asserisce che avrebbe liberato l'uomo chiuso a chiave nella sua abitazione, solo in presenza dei Carabinieri poiché non si riteneva soddisfatta del modo in cui i lavori erano stati eseguiti e della mancata ricevuta da parte del tecnico e : "Io sono per la legalità. Ho chiesto solo quello che mi spettava". Dall'altro canto l'idraulico si difende: "La signora mi ha accusato di non aver fatto a dovere i lavori e io le ho spiegato che avrei fatto la fattura quando fosse stato tutto ultimato".

Una vicenda particolare divenuta un po' il simbolo di quella giustizia che se invocata in modo sbagliato può portare a risultati paradossali.

Ma la "simpatica testardaggine" della signora non è passata inosservata. Così il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, intende invitare l'anziana per assegnarle un encomio motivando proprio: Da presunta giustiziera a multata. La parabola dell'anziana di Chieri nel torinese è un po' il simbolo di una giustizia invocata, sicuramente in modo sbagliato, ma che ha portato a risultati paradossali. Ed è per questo che il comune di Mazara del Vallo intende invitare per assegnare un encomio non al gesto ma all'anziana che voleva avere riconosciuti i suoi diritti".

Ma davvero, in Italia, siamo arrivati a questo punto? Che per far valere i nostri diritti siamo costretti a dover prendere "decisioni drastiche" da soli?

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