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giovedì 8 giugno 2017

Marco, il pastore marchigiano che vive nella yurta


Dopo il terremoto devastante del Centro Italia ha scelto di vivere in una tenda per non abbandonare i suoi animali.

Si chiama Marco Scolastici, un uomo di 28 anni che dopo aver studiato Economia all'Università di Roma e trascorso gran parte dell'adolescenza nella piana laziale di Tarquinia, ha deciso di ritornare alle origini. Si è trasferito a Visso ai piedi dei monti Sibillini e lì produce formaggio. A lui, la giuria del premio "Mario Rigoni Stern" ha assegnato un riconoscimento speciale, inaugurando una sezione non letteraria denominata " I guardiani dell'Arca" . In effetti, questo ragazzo, il premio se l'è meritato tutto. Dopo il sisma (di quasi un anno fa) che ha praticamente raso al suolo l'intera cittadina e pure la sua fattoria, lui non è scappato e per restare aggrappato ai pascoli di famiglia e al suo allevamento di pecore e asinelli sulla linea di faglia appenninica, ha scelto di rivivere l'antica tradizione dei popoli nomadi di migliaia di anni fa dell'Asia Centrale con animali e sementi. Lui ha portato e vive in una yurta mongola, una tenda per nomadi a 80 chilometri da Amatrice. Un'idea coraggiosa di resistere al Globale, alla burocrazia, all'abbandono delle periferie al terremoto. Un esempio di rinascita, leggero e forte, dopo la grande fuga che ha desertificato il cuore dell'Italia. Marco grazie alla yurta ha superato l'inverno sotto metri di neve, è riuscito a non mollare le greggi, a non interrompere una produzione ventennale di pecorino biologico, profumato di elicriso e mentuccia, maturato sotto terra. Una scelta controcorrente e un segnale forte che giustamente gli è valso il riconoscimento per il mondo appenninico dalle Alpi. Perché Marco, ma anche tanti altri, è uno di quelli che non si arrende e lotta per il suo territorio. Il guardiano dell'arca ha attraversato molti momenti davvero duri come quando a Novembre sono stati fermi un mese, poi è sopraggiunta la solidarietà natalizia che gli ha permesso di vendere molto formaggio. In questo periodo, ha conosciuto anche un cliente milanese che gli ha dato l'idea della tenda. Un'idea che finora si è rivelata vitale poiché, la ricostruzione non riparte e i campeggi di emergenza sono stati chiusi da una burocrazia troppo ferraginosa. Un ostacolo per una terra e una popolazione come quella del Centro Italia e come dimostra Marco, davvero ingegnosa e operosa. Un territorio bellissimo ed accogliente, fatto di persone che non vogliono altro che riaffermarsi dalle loro gloriose radici.

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