Debutto record alla Borsa di Chicago. La criptovaluta manda in tilt il sito.
Esordio record per la Borsa di Chicago che lancia i titoli derivati sui Bitcoin. Partenza decisamente positiva per questa moneta virtuale che non ha un supporto fisico né tanto meno è governata da una Banca Centrale. Inoltre il Bitcoin non è legalmente riconosciuto in nessun Stato al mondo, quindi le transazioni non sono illegali ma nemmeno tutelate da alcuna legge.
Praticamente le persone che scambiano una merce per bitcoin riconoscono la moneta, ne accettano il valore e le attribuiscono la valuta e ritengono di poterla scambiare e ricevere controparti in merci.
Prima di esse, il Bitcoin nacque a fine 2008, altre monete virtuali avevano provato ad affermarsi, ma nomi come Litecoin, Sordex, Blue e Grey Dolar non sono mai seriamente entrati nel gergo collettivo.
Inoltre, questa criptomoneta è un sistema autogovernato, aperto alla partecipazione di chiunque, senza la possibilità che qualcuno ne prenda il controllo. Tutte le transazioni sono registrate in modo trasparente sulla Block chain, un elenco pubblico, aperto al controllo di tutti e al contempo protetto in modo che nessuno possa modificarle. Il sistema di controllo sta nel fatto che le transazioni devono avere l'approvazione di almeno il 50% dei partecipanti alla "catena di blocchi".
Da queste premesse è partita oggi la nuova era per il Bitcoin. Il Cboe, Chicago Board Options Exchange, ha lanciato lo scambio di future sulla valuta utile. La moneta digitale come prima quotazione ha superato la soglia dei 15.600 dollari negli scambi. Entro il 18 Dicembre, si prevede di iniziare ad aprire sulla più grande piattaforma di trading di derivati del mondo, la Cina, per poi sbarcare anche al Nasdaq.
Si procederà così per rendere possibile l'investimento diretto in Bitcoin tramite titoli quotati sui mercati regolamentati e poter ottenere guadagni sul proprio conto corrente una volta venduti i titoli stessi.
Oggi c'è un grande entusiasmo ma gli esperti invitano ad andarci cauti. Un algoritmo genererà nuovi Bitcoin per valori già stabiliti in partenza fino ad un massimo di 21 milioni di Bitcoin raggiunti nel 2033. Dopodiché la quota della criptomoneta rimarrà fissa. Questo per garantire un continuo "apprezzamento" della moneta virtuale, che a differenza delle valute vere, non può essere immessa in nuove quantità sul mercato. Resta il fatto che il Bitcoin ha un altissimo rischio di volatilità e quando si deve incamerare denaro a fronte di esso, sono tante le segnalazioni si persone che non riescono a ottenere il denaro. Gli analisti temono inoltre una "bolla", in particolare il Governatore della Banca Centrale della Nuova Zelanda chiosa: "E con le bolle non si sa mai come va a finire".
Ci sono interesse e curiosità intorno a questo nuovissimo fenomeno "economico" ma la grande finanza oscilla anche tra la diffidenza e il boicottaggio.
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