Sono in aumento gli italiani che per dissetarsi scelgono il rubinetto di casa. Merito della crisi e della fiducia nei controlli e degli oltre 2 mila chioschi che distribuiscono l'acqua del sindaco.
L'acqua è un bene prezioso. E ora gli italiani stanno riscoprendo il loro tesoretto "privato" direttamente dal rubinetto. Cresce infatti il consumo dell'acqua del sindaco, un po' per comodità un po' per il gusto e sicuramente anche per il costo minore.
Questi i dati resi noti da una ricerca realizzata da Open Mind Resarch, in prossimità della Giornata Mondiale dell'Acqua (il 22 Marzo). Si è visto che nel corso dell'anno appena trascorso, circa il 73,7% della popolazione ha preferito l'acqua del sindaco e poi l'ha consolidata come acqua abituale nel 44% dei casi.
Lauro Prati, presidente di Acque Italia, commenta: "Siamo in presenza di un cambiamento epocale. Partivamo da zero, con gli italiani prigionieri dell'acqua minerale, e adesso ci ritroviamo con un popolo che ha modificato il suo stile di vita".
In effetti il consumo di acqua "domestica" in quattro anni è aumentato di circa dieci punti, segnando un cambiamento davvero epocale per i gusti e le abitudini degli italiani. In tale cambio di rotta, un forte peso lo ha avuto anche la presenza dei chioschi dell'acqua. Nel Belpaese ne sono disseminati più di 2 mila. Degli impianti sicuri e controllati che permettono al cittadino di ritirare acqua naturale o gassata, refrigerata o a temperatura ambiente a prezzi modici. Il costo medio è di 0,05 euro al litro, o al massimo 0,08, e non sono rari i casi in alcuni comuni dove, addirittura le amministrazioni hanno scelto di distribuire acqua gratis.
I chioschi dell'acqua hanno rafforzato anche un'industria di filiera del made in Italy, facendo fioccare le richieste di forniture all'estero, soprattutto dalla Francia e dalla Gran Bretagna.
L'acqua del sindaco, oltre che per gli innovativi chioschetti, piace soprattutto perché sono caduti tutti quei pregiudizi circa la sicurezza dei controlli. Attualmente, solo il 14% della popolazione avanza ancora qualche dubbio, mentre la maggior parte degli italiani si è convinta che i controlli dell'acqua pubblica siano anche più frequenti di quelli sull'acqua confezionata.
L'unico ostacolo ancora da superare resta quello di rendere l'acqua del rubinetto il prodotto finale di un sistema efficace: si deve arginare la dispersione che avviene all'interno della rete idrica, ormai ridotta ad un colabrodo.
Insomma, l'acqua è un bene preziosissimo, comune ed indispensabile. Ora che è anche a chilometro zero l'unico imperativo rimasto è quello di non sprecarla in rete (intera) perché gli italiani ne hanno ben compresa l'importanza.
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