Di esemplari così ne nasce uno ogni 20 mila. Biancaneve è un animale mitico e raro, arrivano troppi fotografi e lei sparisce.
Sembra la protagonista di una leggenda, o un animale fantastico delle favole. Ma Biancaneve esiste davvero, ha lasciato la riserva di Pian di Spagna, a Dubino (Sondrio) per scappare verso pascoli più alti. Ora sarà arrivata in Valtellina o a Saint Moritz. Ma se passeggiando in motagna da quelle parti doveste avvistare una cerva bianca, non preoccupatevi non state sognando. Avete avuto la fortuna di incontrare Biancaneve. Da giorni, tutti la cercano e nessuno riesce a trovarla. Lei stanca dei troppi appostamenti, dei curiosi che da Milano e Como accorrevano tra questi canneti bisbiglando:"Ma dov'è Biancaneve, dov'eeeeè...". Lei se ne è andata. Sparita con il suo mantello candito, talmente rara nel suo genere, ne nasce un esemplare ogni ventimila, da farlo ritenere da molti un animale magico.
Ma Biancaneve è vera. Lo afferma Marco Testa, comandante della Polizia provinciale di Como, ex guardiacaccia che per evadere dalle scartoffie e dalla routine dell'ufficio, ogni tanto va a guardare gli animali, fa gli appostamenti notturni, con i visori termici e ad amplificatori di luce per fare i censimenti. Lui l'ha vista e dice:"Avrà 3 anni, credo. Di sicuro ha già partorito. Albina? Penso piuttosto che sia un caso di leucismo, cioè una gestione genetica, infatti mantiene gli occhi scuri, non rossi come gli esemplari albini. Comunque sia e' un animale affascinante, dopo aver visto ventimila cervi in tutta la mia vita, finalmente ho visto la più rara".
L'ha vista lì. Nella riserva di 15 km quadrati sulle sponde del lago di Como, a metà con la provincia di Sondrio. Qui i cervi sono arrivati agli inizi degli anni '90 e ora la comunità conta tra i 100 e i 220 esemplari. Biancaneve anche caratterialmente è diversa dagli altri. È più schiva. Il guardiacaccia all'inizio pensava che a causa del suo colore venisse tenuto in disparte. Invece no, sta nel branco. Ma guardinga, sa di esssere una preda facile soprattutto d'estate.
Grazie a lei resiste sulle Alpi il mito dell'animale candido, immacolato e puro, com'è pure l'unicorno. Sacro a molti popoli antichi, tra cui i cristiani per i quali il cervo bianco, magari con una croce d'oro tra le corna, è Gesù Cristo. Prima ancora era il dio Lugh, per i Celti e Merlino per i druidi. Poi, purtroppo, è diventato la pietanza principale di alcuni ristoranti, che ne espongono pure l'effige. Il fatto che il cervo. si sia moltiplicato ha reso legali gli abbattimenti di essi.
E poi ci sono i bracconieri. Biancaneve sarebbe il trofeo più ambito da ostentare. Nulla potrebbe la sua protettrice Diana a cui l'animale sarebbe sacro, e quindi ucciderla dovrebbe portare male ai cacciatori.
Forse fa bene Biancaneve a scappare. L'unico che è riuscito a trovarla, è Andrea che con il suo teleobiettivo "Canon 300 fisso più moltiplicativo che arriva fino a 600 mm" è riuscito a fotografarla. Da lì la cerva ha capito che era meglio far perdere le tracce di sé ed è fuggita verso pascoli più alti e tranquilli, soprattutto lontani dalla folla.
Ha fatto bene Biancaneve a dileguarsi con il suo mantello candido, intriso di quell'aurea di mistero. Comunque ha fatto la magia di attirare persone in questi posti incantevoli e far conoscere gli altri animali meravigliosi che vivono lì.
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