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mercoledì 31 maggio 2017

L' ultimo del Giro d'Italia


Va a Giuseppe Fonzi la maglia nera del Giro d'Italia, lui classificandosi all' ultimo posto è l' eroe al contrario dell' impresa sportiva.

Ironicamente ci ride sopra, d' altronde non sempre si può vincere e lui, piazzatosi centosessantunesimo sicuramente non lo ha fatto. In questo Giro d'Italia 2017, dove a primeggiare è stato l' olandese Tom Dumoulin, Giuseppe Fonzi è l' ultimo italiano a 5 ore, 48 minuti e 40 secondi dal vincitore. A una media di 38,843 all' ora, più o meno 225 chilometri di distacco. Fonzi si è impadronito della maglia nera assestando fra sé e Zhandas Bizligtao un baratro di 22 minuti e 12 secondi. Questo ragazzo, dorsale 210, 25 anni, con un' altezza di 180 cm, 63 kg di peso alla partenza da Alghero e 61 all' arrivo a Milano. In 4 anni di carriera da professionista ha riportato 0 vittorie. Eppure aveva buon sangue:"Papà, zii, nonno, tutti corridori fino ai dilettanti". Eppure prometteva benissimo:" A 2 anni andavo su una bicicletta senza rotelle". Eppure proseguiva meglio:" La mia prima bici da corsa a 7 anni, fucsia e azzurra". Eppure aveva le idee chiare:" Fin da piccolo ho sempre voluto fare il corridore". Poi l' incontro con il mondo del ciclismo:" La prima corsa, in provincia di Teramo. Mio padre si raccomando' di prestare la massima prudenza, ché sarei potuto cadere. Lo ascoltai con attenzione, a la prima curva feci cadere una decina di avversari". Tanta passione sarebbe stata, prima o poi, ripagata:" Alla fine di quell' anno, categoria G2, finalmente primo da solo". Poi aggiunge:" L' importante è partecipare, almeno quando non vinci. L' importante è esserci e rimanerci, soprattutto quando vedi chi molla o cade o abbandona o si ritira. L'importante è aiutare, il ciclismo è uno sport di squadra, anche se su quella bici ci sono soltanto io. La volata è un attimo, la salita è un' eternità, ed è una sofferenza eterna, la discesa è un brivido, il rifornimento una resurrezione, la borraccia è acqua, l' acqua è vita, la vita è amicizia, come dimostra la borraccia fra Coppi e Bartali, il mio record di borracce è 10, 3 nelle tasche, e sulla schiena altre 3 e altre 3 qua e là.  Da allora Fonzi non ha mai smesso di pedalare:" Il momento più difficile allo Stelvio, la prima volta, da Bormio. Ma non ho mai pensato di mollare, e non mi sono mai detto chi me l' ha fatto fare, perché la risposta la conoscevo già, a farmelo fare sono stato io". E comunque non smette di sognare:" Una vittoria. Magari al Giro d'Italia. Secondo me si può fare". Ironicamente Fonzi riparlando della sua impresa, afferma che si è offeso solo una volta:" Quando il mio compagno di squadra Ilia Koshevoy ha insediato il mio primato. Eh no, Ilia, l' ultimo è uno solo, e quello sono io". In effetti lui, più che altro il Giro l' ha visto dal fondo, andava piano sia in salita che in discesa, nella crono e allo sprint; ma i tifosi conoscevano il suo nome, e l' hanno spronato tanto, in qualche occasione ha avuto pure la possibilità di vedere Dumoulin e Pinot. Insomma Fonzi è proprio un eroe (forse all' incontrario), e come tale ora potrà godersi meritato riposo e poi ripartire più in forma e magari un po' meglio per altre imprese.

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